EPISODIO 7

 

IL DARK GRIMM

 

di

Igor Della Libera

 

 

 

 

-Il capo vuole vederti. Subito.

L’insieme di parole e il tono di voce della segretaria del direttore del L.A Wings non preludevano a nulla di buono.

Buck Cowan aveva appena varcato la soglia della redazione quando gli fischiarono addosso come pallottole. I suoi colleghi erano tutti indaffarati con la testa china sui computer. Il rumore di tasti sovrastava ogni cosa prima di quella fatidica frase.

Per un attimo tutti si fermarono e alzarono la testa fissando Cowan che si sentì, e per lui non era certo una novità, come l’agnello che andava al macello. L’ultima volta era scampato alla mannaia, era riuscito persino a belare una specie di tregua con il macellaio.

Si girò verso l’unico ufficio degno di quel nome, un parallelepipedo con una parete trasparente che permetteva di vedere all’interno se il capo R.L Blitzky lo voleva, altrimenti la persiana a listarelle avrebbe nascosto alla vista quanto succedeva lì dentro.

Ora questa si stava sollevando, la cordicella tra le dita del direttore era stata tirata con forza come una ghigliottina al contrario.

Cowan andò verso di lui che lo attirava a se con un sorriso a 32 denti che promettevano, se andava bene, un taglio allo stipendio.

Blitzky seguiva dei corsi zen. Tutto si riassumeva nel semplice fatto di abbracciare la calma azzurra e di allontanarsi dalla furia rossa.

-Accomodati Cowan.- disse indicando la sedia davanti alla scrivania, poi si sedette sulla sua poltrona. Sul tavolo davanti al giornalista c’era la copia del Daily Bugle di New York.

-Arriviamo subito al punto. Quando l’altro giorno sei venuto da me proponendomi i servizi sui Night Shift ho accettato perché avevo visto brillare nei tuoi occhi, solitamente spenti, la scintilla dell’interesse, dell’energia. E poi come ti ho detto gli eroi, meglio se anti, aiutano a vendere. Comunque la scintilla era la cosa davvero importante. E' questa che nella storia ha reso piccoli imbratta carta o referenziati indolenti come te, dei grandi giornalisti.

Cowan avvertiva nell’aria un grande colossale “ma”

-Ma..- continuò il direttore – mi sbagliavo. Non deve interessarti poi molto la faccenda di quei buffoni mascherati se hai ignorato totalmente il fatto che si sono trasferiti sull'altra costa. Forse non hai visto il messaggio sul frigo dove te lo dicevano.

Cowan sentiva solo un rumore di fondo, non riusciva a dare consistenza a quel discorso. Gli premeva riguadagnare punti e così disse con enfasi.

-Ho pronto il pezzo sulla caduta di Corsoni e sull’esplosione a Las Vegas. Abbiamo l’esclusiva su come è andata.

Il direttore aprì uno dei cassetti e tolse un barattolo di pillole.

-Las Vegas? Ma quanti sono questi del Night Shift? Perchè quelli di New York si fanno chiamare allo stesso modo. Stesso modus operandi. Hanno fatto secchi un po’ di criminali.

Di nuovo il rumore di fondo ma questa volta l'attenzione era tutta per il Bugle aperto sulla scrivania. Il titolo parlava effettivamente di un gruppo chiamato Night Shift. Continuava raccontando di un altro attacco dei vigilantes della notte al cuore oscuro, quanta retorica a buon mercato pensò, della città che non dorme mai.

-Lo scoop non è questo. Glielo servirò io su un piatto d'argento, se non lo farò potrà detrarmi tutto quello che vuole.

Blitzky rimase con le sue pillole sul palmo della mano. Intorno a Cowan vedeva un 'aura rossa invece che azzurra.

-Adesso però devo andare. Lo prendo in prestito. Chiarirò tutto capo. Una cosa però la anticipo - Cowan era già in piedi mentre il direttore borbottava come una caffettiera da troppo sul fuoco -questi dell’articolo non sono i Night Shift. Sono degli impostori. Glielo giuro. Non so da dove vengono ma so che grazie ai veri Night Shift passeranno dei brutti guai. E quando succederà sarò io a scriverne la cronaca. Sarà una bomba.

Cowan aveva un piede fuori  dall’ufficio e probabilmente l’altro nella fossa.

Non era ancora arrivata la replica che poteva offrirgli una seconda chance o troncare di colpo la sua carriera.

-Un’ultima possibilità Cowan, fallisci e l’unico modo, che avrai per lavorare con i giornali sarà quello di consegnarli porta a porta a tutta questa dannata città.

Cowan sentì il colletto della camicia farsi stretto, stava per chiudere la porta ma il capo non aveva finito con lui.

-Lascia un dollaro alla segretaria, per il Bugle.

 

***

 

Dansen Macabre si alzò di scatto sul letto, il sole entrava con forza dalla finestra e le tende bianche sembravano bruciare. Del sudore le imperlava la fronte. Si era addormentata pensando a Shiva e al suo passato e si svegliava tormentata da un incubo che proveniva da lì. Si sciacquò la faccia e si vestì in fretta. Aveva bisogno di camminare da sola con i suoi pensieri anche se non erano certo una buona compagnia.

Quando uscì scoprì che quella mattina non era l’unica ad avere il sonno leggero.

Non potè negare una certa sorpresa vedendo che dalla porta della stanza di Falena non usciva la mutante ma Percival Grimes. Fece di tutto per non farsi sentire. Aveva addosso solo gli slip, il resto dei vestiti era un fagotto informe tra le braccia. Non si era accorto della presenza di Dansen e quando voltandosi per tornare nella sua stanza la vide ebbe un soprassalto. Rimasero a guardarsi in silenzio che Percival ruppe per primo.

-Situazione imbarazzante.

-Normale per chi è vicina di stanza di Falena. Non sei certo il primo che esce dalla tana della mangiatrice di uomini. Almeno tu sei in mutande.

-Inutile negare che ho passato la notte da lei, non ero andato con quell’intenzione. Credo che il lutto per la morte di mio fratello mi abbia spinto a riconsiderare molte cose.

-Ti stai giustificando Percival. Non devi farlo. Qui siamo tutti adulti e non dobbiamo rendere conto a nessuno.

-Hai ragione. Falena mi ha fatto sentire bene e di nuovo parte del gruppo. Non c’è altro.

-Puoi fermarti qui. Io e Falena, lo sai, abbiamo un rapporto un po’ conflittuale e non posso dire di essere totalmente a mio agio con il suo stile di vita. Retaggio dell’India. Comunque non dirò nulla agli altri, perché è questo che stavi per chiedermi giusto?

-In effetti…anche perché onestamente non so se andrà avanti o se è stata solo una notte in cui due amici si sono aiutati a vicenda.- non riuscì a trattenersi anche se magari quello era il momento meno adatto -comunque non mi sarei aspettato da te un atteggiamento così conformista. Insomma sei un ex danzatrice esotica e ti usi un costume...

-Non giudicarmi, io non lo sto facendo con te.

-Ho capito l'abito non fa il monaco etc. A proposito di vestiti, è meglio che mi metta i pantaloni e mi tolga dal corridoio.

Dansen Macabre non disse più nulla, e i due si salutarono e Percival per tutto il tragitto sperò di non incappare in altri incontri fuori programma.

 Lucciola passeggiava per la sua stanza inquieta. Ogni tanto si sedeva alla scrivania dove c’era il computer. L’unica luce che illuminava la camera era quello dello schermo. La rivelazione che Barton Grimes era vicino a lei come fantasma le aveva tolto il sonno.

Barton era spaventato dalla sua condizione, voleva conoscere tutto dell’essere morto e così aveva sfinito la ragazza con una serie di domande. Alcune non avevano risposte perché solo l’esperienza poteva insegnargli ad essere uno spettro. Una cosa però lo aveva sconsigliato di fare e su quell’argomento il dibattito si era particolarmente acceso tanto che Lucciola senza più sonno aveva acceso il computer tenendogli il muso. Barton riapparve e si scusò.

-Non volevo essere molesto ma devi capirmi e tu più di tutti che comunichi con il regno dei morti puoi farlo, mi sento perso in questa nuova condizione.

-Lo capisco.- spiegò Lucciola chiudendo il portatile e accendendo la lampada sulla scrivania.

-Non è facile ma imparerai a conviverci. Per adesso però non ti farai vedere da tuo fratello, anzi il fatto che sei entrato nella mia scuderia di non morti sarà un segreto tra me e te.

-Lo porterò nella tomba.- scherzò Barton che provò a sedersi vicino a lei senza riuscirci. A Lucciola scappò da ridere vedendolo in terra anzi per metà dentro il pavimento.

-I fantasmi possono interagire con gli oggetti, riprendere per un certo periodo la loro materialità ma solo concentrandosi parecchio, io però posso aiutarti a sviluppare più in fretta queste capacità.

-Ok allora sono ufficialmente uno spettro in prova.- disse Barton e, scusandosi ancora per averla tenuta sveglia, sparì dalla sua stanza.

 

***

 

Buck Cowan si pentì di essere entrato nella villa senza annunciare la sua presenza. La nebbia nascondeva alla sua vista i lupi di guardia, ma il loro ringhiare si sentiva nella calma innaturale del piccolo bosco e il suo cuore rispose accellerando i battiti.

Nella fretta di parlare con Fantasma di quello che aveva saputo in redazione si era dimenticato degli amichetti di Lupa.

Ricordava perfettamente quello che aveva detto la licantropa su di loro. Erano grossi come orsi, neri, con gli occhi rossi e artigli capaci di grattuggiare la corteccia più dura. Per loro la carne era come carta velina. Buck Cowan avanzò lentamente cercando di sembrare il più tranquillo possibile.

Non aveva armi con sé, se si esclude la sua stilografica e il giornale che arrotolato andava bene al massimo contro un pechinese mannaro.

Era in guai grossi se quelle bestie avessero percepito la sua presenza come una minaccia. C’era stato il tentativo di attacco dell’ A.I.Magiche poche ore fa e non poteva escludere che i lupi fossero maggiormente all’erta e pronti ad attaccare ogni intruso senza fare troppe distinzioni. Il suo piede incocciò un ramo che si spezzò rumorosamente esplodendo nel silenzio.

O almeno a lui sembrò così ma aveva i nervi così tesi che ogni ombra, ogni banco di nebbia gli sembrava celare una minaccia.

Dalla sua esperienza con licantropi e affini sapeva del loro udito ipersensibile, dei loro sensi affilati. Era evidente che lo stavano osservando, che era inquadrato nei loro occhi capaci di scrutare nella nebbia con la precisione di visori ad infrarosso.

Si avvicinava sempre più alla villa la cui facciata emergeva ora a tratti, velata sempre meno dalla nebbia che nelle vicinanze dell’abitazione si faceva più rada come ad accogliere chi era riuscito a superare indenne il boschetto.

Ce l’aveva quasi fatta. Un quasi che pesava come un macigno.

Lo vide sbucare davanti a lui, era come l’aveva descritto Lupa solo che non era evocato da parole ma la bestia enorme e digrignante era lì a pochi passi da lui.

Gli artigli affondavano nel terreno.

-Amico.- provò a dire Cowan sperando che quel grosso animale lo riconoscesse come tale.

-Perché non provi con “Io Cowan tu lupo”, magari poi andate in giro assieme mano nella zampa.

La voce ironica un po’ canina proveniva dall’alto. Lì tra i rami c’era Lupa che balzò a terra davanti all’animale che vedendola tornò nella nebbia.

-Hai rischiato grosso lo sai e non sto parlando del mio lupo. Lui non ti avrebbe fatto molto male, ho insegnato loro a neutralizzare senza uccidere.

-E’ un sollievo. Di chi dovevo preoccuparmi?

Cowan non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, doveva essere il magnetismo animale. Lui non perdeva mai il suo aplomb e per quanto bella, prosperosa e con un gran corpo fosse una ragazza, riusciva sempre a guardarla negli occhi.

-Di me se continui a fissarmi le tette. Ti piacciono le tipe pelose giornalista?

-Scusa…non so che mi è preso, di solito sono un gentleman. Comunque non mi è sfuggito il fatto che c’è qualcosa che ti turba.

-I miei lupi hanno detto che non sono stati loro a fermare gli intrusi con i caschi, ma è stata la casa. C’erano altri lupi ma non erano i miei. il Fantasma non sa a cosa pensare?

-Avete un altro problema oltre alla villa. Dovevate registrare il vostro nome visto che non siete gli unici Night Shift. Può essere solo l'invenzione giornalistica di qualcuno a corto di eroi ma mi sembra strano visto che a New York ci sono più calzamaglie che tassisti.

-Ma non la smetti mai di parlare.- Lupa gli prese il giornale e iniziò a scorrere le righe con i suoi occhi ferini.

Mentre lo faceva i suoi sensi erano come allertati.

Non funzionavano solo con le persone o le minacce concrete ma avvertivano anche il male che ci sarebbe stato, se attivati da qualcosa, come in quel caso il Daily Bugle.

-Sta per arrivare una tempesta.

Cowan tese la mano ma non sentì gocciolare e il cielo era limpido.

-E’ una metafora e poi saresti tu il giornalista. Forza dobbiamo dare la sveglia al Night Shift, quello vero.

 

***

 

-Alice suonano alla porta!- Marcia Carver sapeva già che sua figlia non sarebbe andata ad aprire e così contro voglia, perchè la poltrona con il vibromassaggio era uno dei pochi piaceri che considerava tali, si alzò.

Si infilo le ciabatte, chiuse la vestaglia sul completo intimo in pizzo e si avviò all'ingresso.

Marcia non era più nel fiore degli anni ma non era affatto appassita ecco perchè vedendo il distinto cinquant'enne sulla soglia, si passò una mano tra i capelli, e sfoderò un sorriso ammaliante.

L'uomo rispose con un cavalleresco bacia mano e una presentazione che veleggiò sulla sua voce suadente come petali portati da una brezza delicata.

-Mi chiamo Wilfred Smart e sto cercando Alice. Strano Alice non mi aveva mai detto di avere una sorella.- Marcia ebbe un sussulto e non smise di sorridergli, poi lo spinse dentro e chiuse la porta come avesse intenzione di sbranarlo lì sul tappeto persiano del corridoio.

-Alice è mia figlia e mi sorprende che frequenti persone di un certo livello come lei. Non mi aveva detto di avere un amico adulto. Si accomodi. Qualcosa da bere signor Smart?

-Un goccetto non lo rifiuto di certo.- Smart si sedette e seguì con lo sguardo Marcia che si piegava e prendeva dal mobiletto bar una bottiglia e due bicchieri. Si era dimenticata della figlia, versò il liquore e poi propose un brindisi a quell'uomo affascinante e misterioso.

-Ai figli- disse e aggiunse -lei Smart ha dei figli?

-Legittimi quattro, quelli illegittimi ho smesso di contarli. La mia famiglia è molto allargata.- bevve tutto d'un fiato sentendosi trafitto dallo sguardo di Marcia.

-Si ferma molto nella grande mela, Alice non mi aveva detto che sarebbe venuta qui?

-Qualche settimana. Ho in corso le pratiche di divorzio. Passo il giorno ad incontrare avvocati e a litigare. Mi può dire Smart come conosce mia figlia? Non sono una madre apprensiva però c'è una certa differenza d'età tra voi... – si schermò le labbra – mi scusi non volevo.

-Differenza d'età è un eufemismo per chi non conta più i secoli che ha sul groppone.

Marcia prendeva le sue frasi come battute, aveva vissuto con un uomo che non aveva il senso dell'umorismo e a lei anche se non lo ammetteva piacevano quelli che la facevano ridere come ci stava riuscendo il simpatico mr Smart.

-Cosa fa di mestiere, il comico?

-Ho una società, acquisto e vendo, prendo e offro. Esaudisco desideri piccoli e grandi. Io e sua figlia ci siamo conosciuti così e poi ho visto qualcosa in lei e ora lavora per me, come molti altri.

-Non mi aveva detto di avere un lavoro? E' tipo la sua segretaria?

-No sono una delle sue puttanelle vero Mr Smart? Dopotutto la descrizione della sua impresa sembra la definizione che c'è sotto la parola pappone.

Alice era comparsa senza che la madre se ne accorgesse e stava dietro la poltrona di Smart. Mise le mani sulle spalle di lui e gli schioccò un bacio sulla guancia.

-Alice ma cosa stai dicendo? La scusi signor Smart. So perchè lo fa. Vuole mettermi in imbarazzo... le figlie.

-Non si deve scusare se Alice lavora per me è anche per questo suo modo di fare.

-Mamma dovresti vedere il costume che mi fa indossare di notte... ho anche un nome nel suo giro. Sono la Mangia Peccati.- scherzò Alice scambiando con Smart un'occhiata di puro odio.

-Basta così. E' evidente che vi state burlando di me. Non me lo sarei mai aspettato da lei signor Smart. Lo sa la signora Smart che si diverte così?

-Non c'è nessuna signora Smart. Quando voglio un figlio mi accoppio con chi mi piace. - poi Smart smise con quel tono allegro e come a scusarsi disse – mi dispiace è vero certe volte mi faccio prendere la mano e dico cose senza senso solo per vedere la faccia e le reazioni degli altri.

-Dovresti vederlo vestito di rosso con il forcone in mano...- continuò imperterrita Alice.

-Se la signorina Carver ha finito di scherzare vorrei parlarle di una certe cosa.- Smart si alzò e Alice lo accompagnò nella sua stanza.

Una volta dentro Alice si sedette alla scrivania con il computer aperto sulla pagina di un blog sui super eroi.

-Così mia madre penserà davvero che tra noi c'è una storia.

-Ce l'ho con tutti quelli che mi hanno venduto l'anima. Tua madre è simpatica.

-Trovale un posto all'inferno, quella darebbe il tormento a tutti i peccatori. Dovresti sentirla parlare per ore di scarpe di gossip, della mia vita...

-Non hai letto il giornale il Daily Bugle di ieri? - esordì bloccando sul nascere ogni discussione.

-Guardo le notizie su internet. La carta stampata è così demodè. E poi grazie a te sono una super eroina e non leggo un giornale che infanga gli eroi.

-Male perchè se l'avessi fatto ci avresti trovato una notizia molto interessante. Qualcuno è stato testimone della vostra eroica azione l'altra notte quando avete sgominato quella banda di disgraziati che rapinava i negozi. Qualcuno che aveva un amico giornalista che ha fatto un articolo. Addio ombre della notte e anonimato per voi quattro non proprio fantastici.

-Testimone?

Smart mise sul letto il Bugle. Il titolo “Night Shift sventa una rapina” la colpì. Non lei direttamente ma pensò a che effetto avrebbe avuto sugli altri.

La sua preoccupazione fu subito rivolta a Nadine e Jennifer che in un gruppo scalcagnato di anti eroi con quel nome avevano militato a Los Angeles, questo prima che quel Night Shift venisse distrutto e loro, uniche superstiti, si rifacessero una vita e nuove identità a New York.

-C'è dietro il tuo zampino? Non c'era nessun testimone vero?

-Molto arguta signorina Carver. Lo sai il diavolo fa le pentole ma non i coperchi anche se in questo caso ho prestato molta cura agli eventi che vi porteranno a cambiare aria. Diciamo che dalla mia ultima visita sono cambiate molte cose e sono entrato in contatto con persone che potrebbero darmi una mano. 

-Cosa intendi dire? Sapevo che non potevamo fidarci di te Mefisto, i nodi stanno venendo al pettine. Ora mi dirai perchè hai creato questa farsa di gruppo? A cosa ci stai preparando? Di che persone parli? Tu non vieni a patti con nessuno senza un tornaconto personale, qual'è? Non ho mai creduto alla favola del diavolo che si mette a fare del bene. Tu hai paura di qualcosa e noi siamo il  modo che hai escogitato per difenderti da quella minaccia.

-Sempre più intelligente Alice. Ti consiglio di chiamare i tuoi amici, stanotte sarà l'ultima che passerete in città. Tua madre sarà felice di avere il loft tutto per se... o dovrei dire per noi. Sai le panterone tinte mi sono sempre piaciute e non ci vuole il signore del male per capire che a letto la mammina potrebbe riservare piacevoli sorprese.

Alice non sopportò oltre quella presenza. Lo spinse fuori dalla stanza dicendo che voleva rimanere sola.

Mefisto, prima di trovarsi la porta contro la faccia ghignante, disse.

-Che ne dici di una sorellina demoniaca?Secondo te tua madre l'ha mai fatto con un grosso caprone, escludendo tuo padre.

Alice si trovò addossata alla porta, poi scivolò in terra e anche se lei di notte era il Mangia peccati e nelle tenebre suoi erano i poteri dell'oscurità, si trovò a piangere come una scolaretta abbandonata dal fidanzatino nel corridoio della scuola.

 

***

 

-Qualcuno ha fatto sesso stanotte.

Lupa annusò l'aria e poi con la lingua si umettò le labbra. Mentre lo faceva guardava in direzione di Falena che stava entrando in cucina. Cowan era al tavolo a versarsi del succo d'arancia. Sorrise di nascosto alla replica della nuova arrivata.

-Mi dispiace di essere l'unica ad avere una vita oltre la maschera o il pelo arruffato qui dentro.

Prese una fetta biscottata e si sedette davanti a Cowan.

-Cosa c'è in programma?

Il Fantasma comparve insieme ad Ago in costume e allo Straccione che stava finendo di sistemarsi la sciarpa.

-Questo ce lo deve dire Cowan. Lupa ha dato la sveglia a tutti.

Dansen Macabre e Lucciola arrivarono poco dopo, mancavano solo Tick Tock e Percival all'appello.

-Quello è fissato con gli orologi ma non con le sveglie.- Falena scherzava molto ma in realtà temeva il momento in cui Percival sarebbe arrivato, avevano concordato di tenere la cosa tra loro ma quell'impicciona di Lupa con i suoi sensi capta sesso poteva rovinare i loro piani.

Dansen Macabre aveva promesso il suo silenzio e se ne stava in disparte fissandola non più di quanto faceva con gli altri.

-Iniziamo e quando arriveranno li aggiorneremo sulla riunione.

-Dobbiamo proprio farla qui in cucina. I Vendicatori hanno una sala, un tavolo con un' A  gigantesca.

-E Tony Stark che li finanzia...- chiarì lo Straccione aprendo il frigo.

-Scusate il ritardo...- Tick Tock entrò andando subito a prendere posto intorno al tavolo dove c'erano piatti, vasetti di marmellata fette biscottate e qualche resto di quella che doveva essere una torta alle fragole.

-Allora Cowan cosa volevi dirci? Scoperto qualcosa su Folsomm, sull' A.I.Magiche?

Lupa lo anticipò dando il Daily Bugle al Fantasma che lesse l'articolo non mascherando un certo fastidio, poi essendo il capo cercò di controllare la cosa.

-Noi non siamo eroi riconosciuti e prima di noi altri hanno preso il nome del Night Shift. Questo gruppo di New York non sa certo della nostra esistenza. Finora ci siamo sempre mossi nell'ombra bhe prima che Cowan si offrisse come nostro ufficio stampa.- guardò in direzione del giornalista che allargò le braccia e ammise -siete ancora un po' nell'ombra. La storia di Las Vegas non uscirà o almeno con i vostri nomi. Onestamente fossi in voi vorrei vederci chiaro su chi sono questi violatori del copyright.

Il fantasma a quel punto tagliò corto.

-Non è una nostra priorità. Lo sono Folsomm, la villa in cui stiamo e quelli dell' A.I.M che si dilettano con la magia.

Lupa stava dalla parte di Cowan.

-Invece faremmo meglio a vederci chiaro, magari mandare qualcuno a New York. E' vero ci sono stati altri Night Shift ma i membri sono rimasti sempre gli stessi e si conoscevano, qui ci sono dei fondatori del gruppo...

.-Meno il Sudario, il Boia, Digger etc. Dimentichi che siamo stati prima dei cattivi, poi dei buoni e adesso siamo nella fase buoni a metà. Non capisco il tuo interesse in questo gruppo di New York. Te la sei presa come se ti avessero spazzolato il pelo al contrario, e non sei nemmeno tra i fondatori.- Falena aveva aperto le ostilità con Lupa.

-Quindi come intendete agire?

-Non facendo niente. Siamo su coste diverse. Non ci pestiamo i piedi. Anche loro combattono il male e noi abbiamo ben altre questioni da risolvere.

Solo Lupa votò per occuparsi del Night Shift newyorkese. La maggioranza invece approvò l'ordine del giorno del Fantasma.

-Allora, ho riflettuto su come agire. Creeremo dei gruppi per missioni e indagini diverse.

-Bene con la mia fortuna mi toccherà stare con la ragazza che non conosceva il rasoio.

-Senti Falena smettila. Finiamola qui. Per te è una battaglia persa in partenza.

Il Fantasma stava per intervenire per sedare gli animi quando una risata sguaiata si udì all'esterno. Il gruppo uscì per vedere chi fosse l'artefice di quel rumore che aumentò di intensità portando Lupa, la più sensibile, a coprirsi le orecchie appuntite.

-Fatela smettere.

-Facciamo smettere chi? Qui non c'è nessuno? Non sarà mica uno dei tuoi spettri.

Lucciola tirata in ballo dalle parole di Falena bofonchiò che non c'entrava.

-Guardate, del fumo nero esce dalla nebbia e viene verso di noi...

Questo formò una mano gigantesca che afferrò il Fantasma. Dansen Macabre vide per prima i pugnali uscire dal nero diretti verso Straccione e Ago e si gettò sui compagni per salvarli da quel letale tiro al bersaglio.

-Ottimo avevamo proprio bisogno di un altro nemico misterioso.

Falena si lanciò verso l'origine del fumo ma un arbusto piccolo ai suoi piedi, spuntato di colpo tra l'erba rada si innalzò di colpo portandola in alto su una pianta di fagioli simile a quella della favola.

-Ti sei tradito, so chi sei, ma perchè stai attaccando i tuoi compagni? Il Fantasma aveva capito, la presa della mano si indebolì e lui planò a terra. Falena aveva usato i suoi poteri di levitazione per togliersi dall'impiccio della pianta troppo cresciuta. Anche lei adesso sapeva chi si nascondeva dietro quell'attacco.

-Percival Grimes perchè ci stai attaccando?

Il fumo tornò verso il bosco e fu come vedere riavvolgersi l'immagine precedente e da lì su una nuvola di pece comparve un uomo mascherato di nero e rosso. Un costume di cuoio con lacci e stivali dai legami intrecciati.

-Chiamami con il mio nuovo nome. Da adesso in poi io sono il Dark Grimm.

Falena simulò lo stupore per non far capire che quel nome l'aveva già sentito. Gli altri invece avevano l'espressione di chi ci capiva sempre meno.

Il Dark Grimm atterrò lieve sull'erba mentre la pianta spariva consumandosi divorata da un fuoco uscito dal nulla.

Falena pensò.

-Brutto...

-Forte, mi piace il look gothic...- assicurò Lucciola mentre vicino a lei lo spettro del fratello morto aveva un' espressione di ben altro tipo dimostrando che anche i fantasmi potevano avere paura dei vivi.

-Bel modo di presentarsi...- assicurò un trafelato Cowan – bisogna ammettere che le vostre riunioni non sono mai banali.

-Se abbiamo finito con lo spettacolo da circo...- Il Fantasma tirò il suo mantello tornando verso la cucina mentre gli altri attorniavano il Dark Grimm facendogli ogni tipo di domande. L'Ago espresse il suo plauso per il costume e a Dansen Macabre non sfuggì che l'accoglienza più calorosa la stava ricevendo da Falena, la stessa che aveva detto che la loro notte era stato solo un momento di aiuto reciproco. L'amore aveva svariate forme pensò e lei non ne aveva conosciute molte. Tornava ad emergere in lei il vuoto che era stata la sua vita, riempito falsamente dalle promesse del culto di Shiva.

Il Night Shift le avrebbe dato quello che il dio Shiva della distruzione le aveva tolto.

Il Dark Grimm si unì agli altri mentre il Fantasma riusciva finalmente ad illustrare il suo piano.

-Come detto prima dell'arrivo del Dark Grimm, vi dividerò in gruppi e ognuno di voi si occuperà di qualcosa. Partiamo con chi rimarrà alla villa cercando informazioni nella stessa casa. Pensavo fossero solo dicerie stravaganze di un produttore pazzo di film mediocri, ma questa villa ha una storia che non riguarda solo Folsomm. Forse nel passato è nascosto il motivo per cui la casa interessa ai tecnomaghi dell'A.I.Magiche. Dobbiamo scoprire qual'è. Se ne occuperà Lucciola. Il suo potere è il meno adatto in eventuali scontri.

-Da sola nella casa che potrebbe non essere una casa...

Lupa si intromise, nemmeno lei sapendo bene perchè.

-Le guarderò io le spalle. Rimarrò con lei, inoltre con i miei sensi e i miei lupi posso dare un'occhiata in profondità a questo posto.

Il Fantasma non era del tutto convinto.

-I tuoi muscoli ci avrebbero fatto comodo nello spremere un po' i bassifondi cittadini in cerca di notizie sull' A.I.Magiche.

-C'è gente a sufficienza per questo.

-Va bene allora Io L'Ago lo Straccione e Tick Tock ci occuperemo di questa faccenda.

Falena e Dark Grimm si guardarono negli occhi, non sapevano se essere contenti o preoccupati di essere finiti nello stesso gruppo con Dansen Macabre.

-Quelli che restano andranno con Buck Cowan a cercare informazioni su Folsomm.

Falena non era affatto d'accordo.

-Perchè a noi le ricerche da nerd e con Cowan. Lui non ha poteri non voglio essere costretta ad occuparmi di lui.

Cowan incassò bene.

-Che problemi vuoi che ci siano a fare delle ricerche da nerd. Inizieremo dalla cineteca cittadina. Ci sono dei film di Folsomm.

-Di bene in meglio, c'è chi combatte i cattivi e chi visiona vecchi film in bianco e nero.

Il Dark Grimm aveva un appunto da fare.

-Chiedo di essere assegnato alla squadra dell' A.I.Magiche Al mio posto andrà Straccione, Arnold è un ex attore e con il cinema ha più dimestichezza.

Il Fantasma accettò l'obiezione e il cambio.

Falena sapeva che in quella sostituzione c'era dell'altro. La notte scorsa non era stata un'esplosione ma era solo la miccia, l'innesco di qualcosa che entrambi volevano ma temevano. In effetti si era sentita benissimo ma anche strana.

Forse per la gitana del cuore era venuto il momento di abbandonare le storie usa e getta. Ma con un collega? Quel tipo di relazioni non portavano mai nulla di buono.

Il Fantasma li congedò senza grida di battaglia, senza enfasi in modo anonimo come era il loro modo di vivere e di lottare contro le ingiustizie. Loro erano il Night Shift il palcoscenico e la luce del giorno lo lasciavano agli altri.

 

Continua...